15.+16. nov 2019, teatro Quarticciolo, Roma, Bonn Park “Tristezza & Malinconia” e “Il ringhio della via lattea”

Narratrice: Come ti si può rendere felice, George?
George: Vorrei tanto morire. Nella conca di sabbia in cui sono nato. Con vista sul mare. In pace e al tramonto.
Narratrice: Purtroppo non è possibile.
George: Okay.

C’era questa tartaruga alle Galapagos chiamato Lonesome George. Fu l’ultimo della sua specie. Non ha più nulla da fare. Non biologicamente perché non c’è nessuno con cui riprodursi né politicamente o né per qualsiasi altra cosa. Solo due settimane dopo che Bonn Park ha iniziato la scrittura di questo testo, nella vita reale Lonesome George è morto.

Nel testo invece George vorrebbe tanto morire, ma questo appunto non è possibile: così almeno gli dice la sua compagna in scena, nonché narratrice e demiurga. E’ dialogando con lei che George fornisce informazioni su di sé e sulla sua vita lunga quanto il mondo, che intraprende tentativi di nuovi esordi, nuovi accoppiamenti forzati, nuovi viaggi, mentre cambia forma e identità o contempla ripetutamente favole eterne di principi e principesse o si abbandona ad osservazioni filosofiche che girano su se stesse. Questo racconto parla di tempo, di mondo, di temi caldi, di amore, di odio, di lacrime, di tutto.

Forse si tratta di un elogio della depressione, forse il tutto è un depressivo divertissement o un depressivum filosofico. Certo è che mentre George traccia i suoi sentieri, il tempo passa e apparentemente non succede nulla.  E’ un ritratto della nostra comune apatia tutta contemporanea dell’essere, del disincanto di noi animali umani svagati e filosofici perché coscienti, fin troppo, della nostra innata precarietà. Una vera e propria specie in estinzione.


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